I cambiamenti demografici degli ultimi decenni hanno avuto un impatto determinante sull’evoluzione dei modelli familiari, lanciando nuove sfide per i governi europei, chiamati a promuovere politiche di welfare in grado di garantire la conciliazione dei tempi di vita e lavoro. Infatti, se da una parte la partecipazione femminile al mercato del lavoro aumenta, dall’altra i tassi di fertilità restano bassi, mentre cresce il tasso di dipendenza delle persone anziane. Come garantire alle donne la possibilità di avere figli e occuparsi della propria famiglia senza rinunciare alla carriera? Seppure con approcci differenti, i welfare state europei hanno dedicato parte della spesa pubblica a misure di conciliazione che consentono di mantenere elevati i livelli di produttività e professionalità, pur tutelando le esigenze di flessibilità dei nuovi modelli familiari. Ciò è stato possibile grazie a strumenti quali congedo parentale, tempi di lavoro flessibili, assegni familiari, sussidi e voucher per l’acquisto di servizi per l’infanzia, agevolazioni per le imprese che integrano misure di welfare negli accordi di lavoro. Un ruolo molto importante nella definizione e nell’implementazione di misure e strumenti di conciliazione vita-lavoro è svolto dagli enti locali, soprattutto in Italia, anche se il quadro normativo di riferimento resta quello nazionale, oltre che europeo.
Europa
Sul piano europeo, il tema della conciliazione dei tempi di vita si inserisce in un più ampio dibattito sulla tutela dei diritti fondamentali e, pertanto, non riguarda solo le madri, ma mira ad estendere a tutti gli uomini e le donne il diritto di usufruire di strumenti che consentano di coniugare carriera e vita privata. In particolare, con la risoluzione approvata il 13 settembre 2016 “Creazione di condizioni del mercato del lavoro favorevoli all’equilibrio tra vita privata e vita professionale” - Risoluzione del Parlamento europeo del 13 settembre 2016 sulla creazione di condizioni del mercato del lavoro favorevoli all'equilibrio tra vita privata e vita professionale (2016/2017 INI) il Parlamento Europeo ha dichiarato che “la conciliazione tra vita professionale privata e familiare deve essere garantita quale diritto fondamentale di tutti, nello spirito della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, con misure che siano disponibili a ogni individuo, non solo alle giovani madri, ai padri o a chi fornisce assistenza”.
Sebbene la maggior parte delle misure di conciliazione appaiano come strumenti pensati per le donne in gravidanza e per le neomamme, la Commissione europea incentiva politiche family friendly che rispondano alle diverse esigenze delle famiglie, che varino nel tempo, in base ai cambiamenti dell’ambiente familiare e che favoriscano un maggiore equilibrio e una migliore equità tra uomo e donna nella divisione dei compiti di cura e responsabilità familiari. Dopo numerosi richiami agli Stati membri a ridurre i differenziali salariali di genere, a superare le barriere che ostacolano l’accesso delle donne al mercato del lavoro e ad incentivare i datori di lavoro ad adottare strategie di inclusione per il superamento delle discriminazioni sul posto di lavoro. Si tratta di una proposta che mira a realizzare un sistema coordinato di iniziative legislative e non, al fine di offrire supporto alle famiglie e promuovere una maggiore occupazione femminile e uguaglianza di genere. Nello specifico, l’iniziativa mira a:
- sviluppare forme di lavoro flessibile (telelavoro, job-sharing, flessibilità oraria per entrambi i genitori e per le persone con responsabilità di cura);
- aggiornare la normativa relativa al congedo parentale;
- garantire pari opportunità e parità di trattamento di uomini e donne nel mondo del lavoro;
- promuovere un uso mirato dei fondi comunitari per azioni a favore della conciliazione;
- monitorare e rendicontare gli avanzamenti verso il raggiungimento di questi obiettivi.
La Commissione Europea attraverso strumenti legislativi e direttive presiede ed orienta le politiche di conciliazione e dei paesi membri. Alcuni degli strumenti principali sono:
- la direttiva sul congedo parentale 2010/18/UE;
- la direttiva 92/85/CEE sulle lavoratrici in stato di gravidanza (risalente al 1992).
La promozione della parità di genere è inoltre un compito fondamentale dell’UE: l’uguaglianza tra donne e uomini rappresenta un valore fondamentale dell’Unione Europea (Articolo 2 TUE), uno dei suoi obiettivi (Articolo 3 TUE), nonché un vettore di crescita economica (OCSE, Closing the gender gap: act now). I principali strumenti adottati sono:
- la direttiva 79/7/CEE, del 19 dicembre 1978, che impone agli Stati membri la graduale attuazione del principio di parità di trattamento tra gli uomini e le donne in materia di sicurezza sociale;
- la direttiva 92/85/CEE, del 19 ottobre 1992, che introduce misure volte a migliorare la sicurezza e la salute sul lavoro delle lavoratrici gestanti, puerpere o in periodo di allattamento;
- la direttiva 2004/113/CE, del 13 dicembre 2004, che attua il principio della parità di trattamento tra uomini e donne per quanto riguarda l'accesso a beni e servizi e la loro fornitura;
Italia
L’ordinamento italiano prevede azioni positive e strumenti utili a favorire l’occupazione femminile e a realizzare l’uguaglianza tra uomini e donne nel lavoro e nella condivisione delle responsabilità familiari. La normativa nazionale, infatti, prevede numerosi strumenti a supporto della conciliazione dei tempi di vita e lavoro, tra cui tipologie di contratti di lavoro flessibili, sussidi e voucher per l’acquisto di servizi per l’infanzia, sgravi contributivi per i datori di lavoro che adottino misure di welfare aziendale funzionale alla conciliazione. I Contratti Collettivi Nazionali stabiliscono misure ed elementi orientati alla conciliazione dei tempi vita lavoro per i dipendenti. A potenziarli sono stati sviluppate agevolazioni contributive per le aziende che promuovono, attraverso la stipula di contratti aziendali, misure di conciliazione tra vita professionale e vita privata innovative e migliorative rispetto a quanto già previsto dai CCNL di riferimento o dalle disposizioni vigenti (Decreto Attuativo dell’art. 25, D.Lgs. n. 80/2015).
Strumento di potenzimento dell’offerta pubblica è il Programma Nazionale Servizi di Cura all'Infanzia e agli Anziani non autosufficienti (PNSCIA) che attraverso i fondi PAC ha l’obiettivo di potenziare l’offerta dei servizi all'Infanzia (0-3 anni) e agli Anziani non autosufficienti (over 65) nei territori ricompresi nelle 4 regioni dell'area convergenza (Campania, Puglia, Calabria e Sicilia), riducendo l’attuale divario rispetto ad altre aree del Paese.
Nuove modalità spazio-temporali di svolgimento della prestazione lavorativa sono state stimolate nel settore pubblico attraverso la Riforma Madia “Legge 7 agosto 2015, n. 124”.
La conciliazione dei tempi vita-lavoro è tema centrale del Piano Triennale si Azioni Positive 2017/2019 approvato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e che identifica come azioni principali:
- programmazione e realizzazione di iniziative formative in materia di benessere organizzativo e pari opportunità rivolte al personale in servizio presso l’Amministrazione;
- diffusione delle informazioni sui temi delle pari opportunità e del bilancio di genere;
- conciliazione dei tempi di vita e di lavoro;
- reinserimento e aggiornamento del personale a seguito di periodi di assenza dal lavoro.
Nelle politiche nazionali di genere, ruolo centrale ha il Comitato Nazionale Parità (attualmente disciplinato dal Decreto legislativo 11 aprile 2006 n. 198 "codice delle pari opportunità tra uomo e donna, a norma dell'art. 6 della Legge 28 novembre 2005, n. 246", modificato da ultimo con il d.lgs. 14 settembre 2015, n. 151) presieduto dal Ministro del lavoro – e la Consigliera Nazionale di Parità che svolgono un importante lavoro di contrasto alle discriminazioni e agli ostacoli che limitano l’uguaglianza tra uomo e donna, sia professionale che retributiva e pensionistica.
Campania e Napoli
La Commissione regionale per la "realizzazione dei diritti e delle pari opportunità fra uomo e donna" è il principale organo regionale a presidiare la tematica della conciliazione e delle politiche di genere. La Commissione svolge funzioni di sostegno, confronto, consultazione, progettazione e proposta nei confronti del Consiglio, della Giunta regionale e delle Commissioni consiliari.
Per quanto riguarda gli strumenti di programmazione il tema della conciliazione e della parità ha ruolo rilevante nel Programma Operativo Regionale Fondo Sociale Europeo 2014 – 2020, l’Obiettivo Specifico 3 dell’Asse I è centrato sull’aumento dell’occupazione femminile in risposta agli allarmanti dati regionali ed è orientato a stimolare misure volte a favorire condizioni facilitanti ed agevolanti l’accesso al mercato del lavoro, alleggerendo il carico sociale e familiare per le donne. L’Obiettivo Specifico 9 Aumento/ consolidamento/qualificazione dei servizi di cura socio-educativi rivolti ai bambini e dei servizi di cura rivolti a persone con limitazioni dell’autonomia e potenziamento dell’offerta di servizi sanitari e sociosanitari territoriali, nella strategia regionale tali azioni contribuiscono anche al miglioramento dell’occupabilità delle donne, sulle quali grava il maggiore peso del lavoro di cura.
Nel corso degli anni, accanto ai tradizionali strumenti di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, il Comune di Napoli ha promosso numerose iniziative, anche in via sperimentale, tra cui quelle dei parcheggi rosa, dei taxi rosa, che ad oggi costituiscono esempi significativi di servizi di supporto per donne incinte e neomamme, nonché esempi di best practice da replicare.